La Provincia Settimanale – “LaGrazia” brinda al recupero degli incolti

01/07/2017 – Clara Castoldi

Il bianco Igt 2016 “Òpul” e il rosso Docg 2015 “Scintilla” della casa vitivinicola di Paolo Oberti a Tirano La sfida avviata nel 2012 al Campone per poi espandersi a Baruffini e Ganda sta dando ottimi risultati.

I nomi sono sempre significativi ed evocativi. Così il vino bianco, Igt 2016, si chiama “Òpul” che, in dialetto tiranese, indica i vigneti che, un tempo, si trovavano sulla sponda orografica sinistra dove i contadini producevano il vino di minor pregio, di autoconsumo, mentre quello del versante opposto veniva venduto. Oggi, con le condizioni climatiche mutate, anche nel versante orobico provengono uve di qualità per altri tipi di vinificazione. Il secondo vino, invece, un rosso Docg 2015, si chiama “Scintilla”, perché è il primo prodotto, la scintilla di un’esperienza nuova.

NON SOLO LOGISTICA

Sono i due vini che, ieri pomeriggio, alla cantina vitivinicola “La Grazia” in via del Progresso a Tirano sono stati ufficialmente presentati da Paolo Oberti, una vita dedicata al settore di logistica e trasporti con l’azienda Solog dove tuttora opera e una “seconda” vita dedicata alla viticoltura.

Una sfida intrapresa nel 2012, quando ha iniziato a coltivare un nuovo impianto in zona orobica al Campone e proseguita nel 2015, quando ha implementato i fondi con l’acquisto di vigne, tanto che oggi – fra Campone e Baruffini – Oberti coltiva in tutto tre ettari di terreno. D’altra parte le offerte da parte di proprietari di terreni a prelevare o lavorare le vigne – per via della frammentazione dei terreni che nessuno lavora o della difficoltà a “piazzare” le uve da quando ha chiuso la cantina di Villa o, ancora, per il ricambio generazionale che non sempre è favorevole all’agricoltura – sono alte.

MANUTENZIONE DEL TERRITORIO

«La maggioranza dei vigneti che ha accettato, l’ho presa per ora per non creare incolti – spiega Oberti -. Uno dei problemi dei prossimi anni sul quale bisogna meditare e intervenire è proprio questo: la presenza di incolti che crea danno a tutti. Mantenere i vigneti produce manutenzione e cura del territorio».

UNA PASSIONE CHE DÀ LAVORO

A parte questo aspetto, Oberti non nasconde la sua passione per la vigna fin da quando era piccolo e, soprattutto, la convinzione che il ritorno alla terra sia anche uno sbocco lavorativo per il futuro, tant’è che la figlia Beatrice lavora a tempo pieno per “La Grazia”.

Insieme a lei dalla fine del 2016 ad oggi sono operativi tre dipendenti fissi, perché l’azienda ha fatto grossi lavori di manutenzione straordinaria su vigneti e recuperato terreni abbandonati che sono stati reimpiantati.

Dopo un’esperienza ultradecennale alla cantina Plozza lavora per la casa vitinicola Massimo Natta, che segue i preziosi suggerimenti dell’esperto enologo Claudio Introini.

«Il lavoro da svolgere è molto – prosegue Oberti -. Significativo è il mezzo ettaro di vigneto che entrerà in produzione i prossimi anni, la tenuta “La Gigliola”, nome dell’ex proprietaria Gigliola Merizzi, che abbiamo in affitto nella zona della Ganda».

VENDEMMIA 2016: 26MILA BOTTIGLIE

Intanto ieri c’è stata la presentazione delle etichette “Òpul” e “Scintilla” e – per ora – solo la degustazione di “bollicine” metodo classico Champenoise, un bianco prodotto con una parte di Pinot bianco incrociato rossola e pignola valtellinese vinificato in bianco.

«Nel 2015 abbiamo prodotto 10mila bottiglie; dalla vendemmia 2016 saranno prodotte 26mila bottiglie – precisa Oberti -. Ovviamente il grosso della produzione è il Valtellina Superiore Docg e lo Sforzato che, sia per il 2015 sia per il 2016, sono ancora in cantina a maturare».